Mojito: dai caraibi all’italia in un bicchiere!

Un drink originario di Cuba ma ormai entrato a pieno titolo a far parte del rituale tutto nostrano dell’aperitivo, sostituendo (insieme ad altri celeberrimi cocktail) la bevanda che, in origine, dava il nome a questa occasione di consumo di alcool.

Alle origini di un classico che nasce con i pirati

La storia del Mojito affonda le sue origini nel XVI secolo, in un’epoca in cui il Mar dei Caraibi era percorso e flagellato dalle navi dei corsari, che solcavano i “sette mari” compiendo razzie.  Tra loro si distinse Francis Drake (detto “El Draque”), il primo inglese a circumnavigare il mondo, che divenne famoso per l’abitudine di sostare presso l'Isla de la Juventud (un’isoletta dell’arcipelago di Cuba) e abbeverarsi con una bevanda locale chiamata aguardiente (“acqua ardente“ o tafia), un’acquavite ottenuta dalla distillazione del succo della canna da zucchero mescolato con lime, zucchero di canna e menta selvatica (Hierba Buena). In suo onore questo antenato dell’odierno mojito fu battezzato Draque o Draquecito.

Secondo un’altra versione della storia, sarebbe stato il corsaro stesso a ideare il drink durante l’assedio dell’Havana nel 1586 a partire dall’aguardiente (una sorta di rum non invecchiato) all’epoca utilizzata come disinfettante sulle navi oltre che come rimedio per non far marcire il legno delle botti.

Il risultato fu appunto il Draque, che divenne una bevanda abituale sulle navi navi mercantili e dei pirati, che lo ribattezzarono Mojito, probabilmente ispirandosi alla parola “mojo” (nome di un condimento cubano a base di aglio e agrumi usato per marinare, ma anche termine africano vodoo che significa “incantesimo”) o forse a “mojadito” (che significa “umido, bagnato”).

Quale che sia la verità in merito all’origine del drink, la sua afferenza al mondo dei pirati e la collocazione geografica nei Caraibi sono rese plausibili dalla presenza di alcuni ingredienti, conservati nel cocktail attuale, che all’epoca avevano una precisa ragione d’essere: il lime era molto usato dai corsari per combattere lo scorbuto (malattia causata dalla mancanza di vitamina C); la ment, dall’aroma pungente e frizzante, era una particolare variante autoctona cubana, utilizzata come antinfiammatorio e coadiuvante della digestione.

La versione moderna del cocktail

Nei secoli successivi il Draquecito, primo antenato del Mojito cocktail, subì delle progressive modifiche che portarono, nella seconda metà dell’Ottocento, alla nascita del cocktail come lo conosciamo oggi e di cui puoi trovare la ricetta sul sito di Sonia Peronaci. Tra queste quella rivoluzionaria conseguente alla nascita del vero rum ad opera di Don Facundo Bacardi y Massó, perfezionò le tecniche di distillazione e invecchiamento fondando poi la sua distilleria che ancora oggi ne porta il nome.

Il merito di Ernest Hemingway e l’advertisement della letteratura

A consacrare a fama mondiale il Mojito contribuì il celebre scrittore Ernest Hemingway (autore di romanzi quali “Addio alle armi” e  “Il vecchio e i mare”) che trascorse parte della sua vita a La Habana, dove insieme ad altri personaggi di spicco del panorama culturale del XX secolo (Errol Flynn, Salvador Allende, Ava Gadner, Pablo Neruda, Nat king Cole, Mohammed Ali, Gabriel García Márquez), era assiduo frequentatore del pittoresco locale chiamato la Bodeguita del Medio, dove trascorreva le serate prendendo appunti sul suo taccuino, fumando il sigaro e sorseggiando proprio questo cocktail tropicale che era il suo drink preferito. Ancora oggi un quadro presente all’interno del locale riporta l’affermazione dell’artista, “My mojito in La Bodeguita, My daiquiri in El Floridita”, che valse al drink caraibico la conquista di un posto di tutto rispetto nell’Olimpo della miscelazione.

Dai Caraibi all’Italia in un rituale tutto nostrano

Oggi il Mojito, insieme ad altri grandi classici della miscelazione internazionale è entrato di diritto come protagonista del rituale tutto italiano dell’aperitivo. Un’occasione conviviale che, in realtà (come abbiamo spiegato qui) trae origine e nome da un tipo particolare di bevanda abitualmente servita nelle ore che anticipano il pranzo e la cena. Oggi l’aperitivo non è più una bevanda specifica, ma un format di consumo diffuso anche fuori dal Bel Paese e un trend alla moda che sembra non conoscere declino e che prevede l’abbinamento tra finger food, soft drinks e bevande di vario tipo (sia alcoliche sia analcoliche), tra cui appunto il celebre drink caraibico a base di rum.