Low cost in Calabria alla scoperta delle tradizioni culinarie

In un mondo in cui viaggiare diventa sempre più facile ed economico, si moltiplicano coloro che si spostano per motivi sempre più personali e grazie alla presenza di offerte quotidiane – vedi ad esempio la compagnia aerea Vueling che offre voli low cost– chiunque può oggi organizzare il viaggio che fa al caso proprio, senza per questo dover spendere cifre esorbitanti.

Anzi, a ben vedere, il turismo low cost pian piano conquista il mondo, portando così viandanti presso quelle zone che, fino solo poco tempo fa, erano completamente tagliate fuori da ogni flusso turistico; tra queste, la regione Calabria rappresenta di sicuro una terra che, proprio in seguito alla possibilità di viaggiare con pochi soldi, di recente viene scelta tra le mete preferite di chi si muove alla ricerca delle pietanze tipiche.

Immersi nel verde della natura tra due mari

La Calabria è un lembo di terra bagnata da Ionio e Tirreno che, grazie ad una limitata urbanizzazione, ancora oggi conserva gran parte della sua naturalezza; l’altopiano silano, le cascate di Sersale, il canyon di valli cupe, sono davvero tanti i luoghi all’interno dei quali immergere i propri sensi e dal momento che qui vi si trovano tantissimi abitanti autoctoni, inoltrandosi per simili zone è possibile degustare tutto il sapore di pietanze che, da secoli, vengono preparate ad arte seguendo tecniche senza tempo di preparazione dei cibi.

Reggio Calabria con il suo pregiato stoccafisso che ogni anno viene celebrato in feste tipiche alle quali partecipano turisti da tutto il mondo; Tropea con la sua famosissima cipolla, che così tanto bene si abbina al peperoncino di Soverato; Spilinga con la pregiata ‘nduja che, almeno stando alle opinioni dei forestieri, rappresenta una delle pietanze più apprezzate in tutto il mondo; e la Sila, che grazie all’impegno dei suoi abitanti, di recente si è trasformato in uno dei centri di produzione di patate più prolifici di tutta la regione; ingredienti dalla qualità indescrivibile che ogni giorno vengono impiegati per realizzare prodotti tipici dal gusto unico.

La storia racchiusa in un piatto

La Cuccìa tipica delle zone cosentine di montagna, che ogni anno viene preparata in occasione delle feste patronali della località; la scarola ammuddicata che ben rappresenta uno dei piatti più poveri di tutta la cultura calabrese, ma nonostante questo anche uno dei più saporiti; la pasta e patati ca’ trimma, le linguine Aspromonte, nonché la pasta al forno che, nelle sue molteplici varianti, accomuna la tavola imbandita dei variegati paesi che compongono la regione.

Per non dimenticare poi alcuni dei più succulenti secondi piatti, tra i quali per bontà si distinguono soprattutto le classiche vrasciole con le mandorle, le frittole preparate con i residui della lavorazione del maiale, la cervellata, la trippa e i dolci tipici della tradizione come i crustoli di Natale, la cuzzupa pasquale e la classica pitta impacchiusa prepara con miele e frutta secca. Prodotti che tutti gli anni richiamano turisti da ogni parte del mondo e che, proprio per trainare l’economia locale, vengono considerati patrimonio dell’intera regione.